Care amiche, cari amici, gentili ospiti,

Presidente incoming Luigi Candiani, Presidente Rotaract Gabriella Jacoel

Buonasera e benvenuti

Vi ringrazio per essere venuti alla nostra natalizia così numerosi in questa piovosa serata milanese di dicembre. Il Natale è la festa in cui tutte le persone credenti o non credenti si sentono vicine nel momento dell’anno in cui il freddo è più intenso, le giornate sono più corte e le notti sono più lunghe. Il Natale indica l'avvento della luce che giunge a squarciare le tenebre. Il Natale prima di essere una festa cristiana era una festa pagana, la festa del Sole invincibile, perché dopo il solstizio d'inverno la luce del sole rinasce. In questa buia serata, più che mai, abbiamo tutti bisogno di pensare che presto le giornate inizieranno ad allungarsi e che arriverà ancora la primavera.

La Festa degli auguri di Natale, che questa sera celebriamo, è forse la serata più importante dell'annata rotariana. La gioia di questo incontro festoso non può però farci dimenticare le difficoltà economiche che colpiscono specialmente le fasce più deboli e fragili dei nostri concittadini e delle loro famiglie. Lo scopo per cui stiamo insieme, la prima finalità del nostro Club sono ben espressi dalla frase di papa Francesco “E' tempo di aprire la porta del nostro cuore alla carità, dando una mano a chi ne ha bisogno".

Leggi tutto: Discorso del Presidente

Lunedì 11 dicembre 2017

Orwell 2017

Le serate “natalizie” sono come gli animali della celebre fattoria di Orwell: sono tutte uguali … ma qualcuna è più uguale delle altre.

In parte, ciò dipende da fattori esterni. La location (in banale italiano, “il luogo scelto per l’avvenimento”), diversa dalla nostra cara – ma troppo piccola per l’occasione – sala all’Hotel de la Ville; gli abiti più curati dell’ordinario (e quelli delle signore, a volte, deliziosamente audaci); la forte presenza di nuclei familiari al completo, con un inconsueto tasso di frequenza femminile (che Dio ce la conservi!); il confronto con vari Soci che in genere non frequentano molto e che hanno colto l’occasione per mettersi alla pari su avvenimenti, novità e pettegolezzi (per gli anglo-milanesi, gossip) del Club; una diffusa, impalpabile festosità di sottofondo; tutto questo – ed altro ancora, come la cognizione inconscia, sottopelle e tuttavia ben avvertibile, che tra pochi giorni i giorni saranno via via  più lunghi – contribuisce a fare della serata di mezz’inverno un momento caldamente piacevole, quasi intimo.

 

Leggi tutto: NATALIZIA

Lunedì 13 novembre 2017

Mons. Franco Buzzi - Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana

La serenità della profondità

Se monsignor Franco Buzzi facesse di professione l’attore invece del sacerdote (don Franco mi perdonerà questo accostamento: ci conosciamo da tanti anni, siamo stati presidenti dei rispettivi club nello stesso anno rotariano 1999-2000, abbiamo numerosi amici in comune, e soprattutto, possiede un rinfrescante senso dell’umorismo), sarebbe la persona ideale per impersonare il Dalai Lama o almeno uno dei suoi adepti in toga color zafferano. La sua espressione seraficamente attenta, il suo (apparente) chiacchierare al limite della divagazione, come avviene tra amici, entrano immediatamente in sintonia con gli interlocutori (e ci restano).

Leggi tutto: “LA CRISTIANITÀ IN FRANTUMI: LA RIFORMA DI MARTIN LUTERO”.

Martedì 28 novembre 2017

di Oscar Wilde

Una serata allegra, passata in compagnia, che è riuscita a farci dimenticare per due ore ogni preoccupazione.

Una commedia brillante, ma anche piena di significati, giocata sugli equivoci, in un’inedita versione pop dalla scenografia a tinte molto vivaci con costumi coloratissimi e soprattutto ricca di abbinamenti inusuali.

Gli attori, tutti bravissimi, si muovono con una recitazione volutamente sopra le righe e per il pubblico è stata occasione di risate continue, a raffica, come lo sono state le battute, i calembour e i paradossi del grande Irlandese.

Leggi tutto: “L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO”

Lunedì 6 novembre 2017

Avvocato Giusi Lamicella

In quello che possiamo considerare l’inno ufficiale di Milano – la Bela Madonin, scritta negli anni Trenta da Giovannino D’Anzi – c’è un verso che “spiega” la nostra città e ne costituisce il vanto:

Sì, vegnì senza paura, num ve slongaremm la man!

In queste parole intrise di ottimismo e di fratellanza, senza spavalderia ma con serena, incrollabile certezza nella città e nel suo destino, sta tutto il carattere di Milano.  Negli anni più bui della Grande Depressione del 1929, mentre la lira veniva “inchiodata” da Mussolini, per pure ragioni politiche, a “quota 92” (92 lire per 1 sterlina), innescando una deflazione di fronte alla quale la nostra è stata una tisana, Milano la slongava la man ai fratelli delle altre regioni.

Leggi tutto: STORIA DI UN'AVVOCATESSA SICILIANA: "COME MILANO MI HA ACCOLTO".

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Di Riccardo Santoro

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