6 maggio 2019

Relatore Pasquale Ventura

Bravissimo come sempre il nostro vicepresidente Pasquale Ventura, medico-chirurgo di chiara fama, che ci ha proposto una conversazione sulla “visita medica” vista dalla parte attiva, con riflessioni ed istruzioni per l’uso. Con una serie di “slides” ci ha puntualizzato alcuni punti che dovrebbero favorire l’interazione tra medico e paziente poiché una visita medica è un processo complesso che implica una alleanza collaborativa di entrambi i soggetti che mirano allo stesso risultato: la guarigione. Ma andiamo con ordine sperando perdoniate al redattore del bollettino interpretazioni errate o incompletezza di contenuti: fare il medico non è una missione ma una professione e come tale deve essere vista e vissuta dal paziente. Una prima valutazione per capire la psicologia del medico può essere fatta dal paziente osservando l’intestazione della ricetta o del biglietto da visita. Un bravo medico non ha bisogno di titoli altisonanti e ricorda che il prof. Dioguardi, recentemente scomparso e a tutti noto, si definiva unicamente clinico medico. Sottolinea poi l’importanza della stretta di mano che sancisce una alleanza terapeutica e di una possibilità di colloquio diretto solo con il paziente che invece è normalmente accompagnato da parenti che ne condizionano il rapporto. Il colloquio interpersonale serve al medico per comprendere chi è il paziente evitando ogni pregiudizio che possa condizionarne l’iter medico e per creare quell’empatia necessaria per ottenere un risultato non solo legato alla sua professionalità ma per aiutare a poter valutare quello che è meglio per il malato.

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Di Riccardo Santoro

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