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Serata rotariana impegnativa quella di lunedì con la relazione storica del nostro Alberto su un argomento estremamente difficile ma che presenta similitudini con la situazione politica che stiamo vivendo.
Ma andiamo con ordine: il presidente Ferdinando apre la serata con un aggiornamento sui services dell'anno. Avendo una ulteriore disponibilità di fondi unitamente al Consiglio Direttivo li dedica alla Casa Bambini di CasAmica nel progetto "doniamo un sorriso ai bambini" arredando uno spazio aperto per favorire momenti di serenità ai piccoli malati ed ai loro familiari. Passa quindi la parola a Francesca e Nicoletta (valide collaboratrici di Marinella) che ci presentano anche con l'aiuto di un rapido filmato le iniziative specifiche che CasAmica dedica con una struttura appositamente studiata a misura di bambino, dove i piccoli ospiti possono sentirsi a proprio agio e condurre il più possibile una vita normale nonostante la malattia e la lontananza da casa. L'importante è che i bambini possano distrarsi e divertirsi con attività specifiche: ecco così creare dei laboratori dove dei volontari li intrattengono e coinvolgono con attività ricreative (arte, disegno, musica, canto, teatro, pet terapy, ballo, gioco etc.) per tenerli non solo occupati ma distraendoli dalle loro situazioni di sofferenza. Avremo modo di vedere questa magnifica realtà creata dalla famiglia Vedani il 17 giugno prossimo quando saremo loro ospiti.


Tocca ora intervenire al relatore della serata, il nostro Alberto, appassionato cultore di storia medievale, che, per presentare la figura di Papa Innocenzo III, ritiene necessario fare una preliminare, rapida ricapitolazione delle secolari e travagliate vicende della Chiesa romana, fino alla conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno, re dei Franchi, e della successiva incoronazione del medesimo a imperatore, nella notte di Natale dell'800.
Fu questo un atto di estrema rilevanza politica, perché con esso si ripresentava l'antica divisione dell'Impero Romano, fra Occidente e Oriente, ed erano create le premesse teoriche per la contrapposizione fra Im pero e Papato, culminata nella lotta per le investiture nell'XI secolo, nel duro lungo confronto fra Federico I di Svevia e Alessandro III nei cento anni seguenti e nello scontro fra Federico I e il papato nella prima metà del XIII secolo.
Innocenzo III, eletto papa l'8 gennaio 1198, dichiarò subito che il romano pontefice non soltanto era il legittimo successore di Pietro, ma era anche "Vicarius Christi". In quanto tale richiamando la leggendaria biblica figura di Melchisedech, re e grande sacerdote, e ricorrendo alla relazione metaforica del "Sole e della Luna", non esitava ad affermare la supremazia del romano pontefice sia "nelle cose spirituali" sia "cose temporali". Per queste ultime, pur riconoscendo che l'autorità imperiale doveva regolare la vita economica e sociale dei popoli, che a essa erano soggetti, si arrogava il diritto di essere arbitro indiscusso nelle contese, che fossero sorte tra Regni e fra Impero e Regni.
L'attività di Innocenzo si dispiegò in moltissimi ambiti: creò lo stato pontificio dedicandosi pazientemente al ricupero dei territori, che tradizionalmente (secondo la cosiddetta donazione di Costantino) sarebbero appartenute alla Chiesa; si oppose a lungo alla unificazione "personale" dell'impero con il regno di Sicilia; fu tutore attento ed energico del giovane Federico II, partecipò attivamente alla lotta fra Filippo di Svevia e Ottone di Brunswick per la successione imperiale a Enrico VI; si occupò a lungo con autorevolezza alle questioni riguardanti i regni di Francia, Inghilterra, Aragona, Ungheria e Bulgaria.
Approvò la quarta crociata, il cui controllo tuttavia, gli sfuggì fin dall'inizio. Essa si concluse ignominiosamente con la conquista di Costantinopoli; seppe in ritardo del saccheggio della città e delle atrocità commesse da cristiani nei confronti di altri cristiani. Ne fu inorridito, le condannò ma finì con l'accettare il fatto compiuto, ritenendo, erroneamente, che fosse avvenuta l'unificazione fra Chiesa Latina e Chiesa Orientale.
Combatté con tutte le forze l'eresia e, dopo avere tentato invano con argomenti persuasi e con mezzo pacifici di ricondurre alla vera fede, con l'invio di frati e di predicatori, i Catari, presenti soprattutto nella Francia meridionale e in Aquitania, decise di ricorrere alla forza e proclamò la cosiddetta crociata degli Albigesi, con inverosimili massacri e inaudite violenze, perpetrati dai cavalieri inviati dal re di Francia.
Non bisogna dimenticare che Innocenzo fu fine teologo, scrisse trattati di spiritualità che ebbero grande successo lungo tutto il medio evo, ebbe un altissimo concetto della funzione sacerdotale e pastorale del Papa, che guardò con simpatia ai movimenti riformatori di domenicani e francescani.
Il suo lascito più alto è legato al Quarto Concilio Lateranense, convocato nel 1213 e svoltosi nel novembre 1215. L'altissima partecipazione di vescovi, metropoliti, abati, rappresentanti degli ordini cavallereschi militari, dei capitoli delle principali Chiese della cristianità, dei plenipotenziari, dei rappresenti delle chiese orientali (ormai latinizzate). Fu infatti il più importante concilio del medioevo, che molti storici hanno considerato veramente ecumenico e all'altezza dei grandi sette concili dell'antichità. Nei suoi settanta canoni tutti i grandi problemi (disciplina ecclesiastica, formazione morale del clero, elezione dei vescovi, esazioni delle tasse, cause canoniche, matrimonio, decime, simonia, ebrei) sono analizzati approfonditamente e accuratamente regolati.
Innocenzo ha lascia 10.000 lettere, molte delle quali, le cosiddette decretali, rivelavano la sua acuta e fine sensibilità giuridica: numerose di esse state raccolte in una "compilazione" inviata all'università di Bologna e divenuta materia di insegnamento di diritto canonico
Valido, comunque, l'invito di Alberto di leggere tutti i settanta canoni fissati dal Concilio del Laterano.... Potrebbero essere spunto per un'ulteriore serata.
Il tocco di campana del Presidente concludeva una serata caratterizzata da un intenso acquazzone che tornava ad allagare Milano.

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Di Riccardo Santoro

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